I presupposti per garantire il massimo successo del progetto c’erano tutti, atteso che egli poté convocare alla sua corte artisti del calibro di Michelangelo, Raffello e non ultimo Bramante, al quale commissionò la realizzazione della nuova chiesa di Roma, quella che poi diverrà la Basilica di San Pietro.
Tra tutti questi grandi maestri Raffaello è forse il più interessante, non solo perché appena venticinquenne era noto per il garbo, l’eleganza e la raffinata educazione, ma soprattutto per come il giovane appaltatore gestì con maestria e sottile intelligenza la complessa situazione conseguente all’incarico di affrescare gli appartamenti privati del Papa.
Giulio II, infatti, aveva categoricamente rifiutato di occupare quelli precedentemente abitati da Papa Alessandro VI Borgia, per via della condotta non proprio specchiatissima del suo predecessore.
Raffaello accettò di buon grado l’appalto, ma i lavori erano già in parte iniziati e alcune opere realizzate da altri noti maestri del tempo, tra i quali spiccava il nome di Lorenzo Lotto. Per questi ultimi l’incarico al giovane artista rappresentava un grave danno, sia in termini patrimoniali che d’immagine.
Di questo Raffaello era ben consapevole, così come aveva coscienza di non avere l’esperienza necessaria ad affrontare da solo un’opera titanica come quella assegnatagli; quindi, optò per una soluzione alquanto innovativa e moderna: egli non allontanò i vecchi maestri, ma strinse con loro una proficua collaborazione.
Di fatto si perfezionarono dei contratti di subappalto, che conferivano ai vecchi maestri specifici incarichi e precise mansioni, il tutto sempre sotto la completa supervisione di Raffaello.
Il risultato fu epocale: la sola stanza della Segnatura regalò al mondo capolavori inarrivabili come la “Scuola di Atene” o la “Virtù e la Legge”.
Lo spirito imprenditoriale del giovane urbinate non si fermò qui: egli si circondò di giovani allievi, in una sorta di apprendistato dell’epoca, i più dotati divennero veri e propri collaboratori del maestro, portando alla nascita della Bottega di Raffaello.
Il lavoro dell’artista divenne così il frutto di un continuo e costruttivo confronto, dal quale nacquero capolavori di eterna perfezione e irraggiungibile bellezza.