E’ ben noto il ruolo di molte sostanze (indicate nel lessico medico come “esotossiche”) nel determinismo di lesioni del sistema nervoso centrale con conseguenti gravi alterazioni neuropsicologiche; la Storia della medicina ricorda una gran quantità di tali agenti tossici, dei quali solo nel XIX secolo si è avuta maggior conoscenza scientifica.
Il piombo è stato un importante attore; è un metallo pesante presente in natura, particolarmente duttile e plasmabile; il suo utilizzo è già antichissimo: abbondantemente presente nelle tubature degli acquedotti romani, veniva utilizzato anche come medicamento contro la gotta e altre patologie, oltre a essere largamente usato per la realizzazione di suppellettili da cucina come bicchieri e coppe. Secondo talune fonti pare che l’acqua dell’epoca presentasse livelli di piombo cento volte superiori a quelli odierni e il piombo predilige accumularsi nel corpo umano.
E’ stato osservato che queste elevate concentrazioni di piombo potrebbero aver provocato, attraverso lesività neurologica e infertilità, un lento e inesorabile avvelenamento della popolazione di Roma, i cui effetti sarebbero stati una delle concause della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Tali ipotesi non sono mai state suffragate da evidenze storiche certe, le quali attribuiscono le ragioni del tracollo della più grande civiltà di tutti i tempi a fattori esterni (le invasioni barbariche), ma soprattutto a ragioni interne, prima tra tutte la totale decadenza e perdita dei valori su cui si fondava la società romana.
Il piombo è sempre stato largamente utilizzato anche nel mondo dell’arte quale componente di taluni tipi di colori: la “biacca” o “cerussa” era un bianco particolare a base di carbonato basico di piombo; era prodotta dai veneziani e dagli olandesi; presentava caratteristiche ben precise: elevata coprenza unita a una lucentezza straordinaria e grande facilità di stesura sulla tela. La biacca ha generato una luce unica nei capolavori immortali di Tiziano, Rubens e Velasquez.
Il celeberrimo giallo cromo di Van Gogh, a base di cromato di piombo, ha regalato l’immortalità all’artista olandese: la forza evocativa di quel colore così luminoso ha reso quelle tele un inno alla grandezza della natura, attraverso la quale Van Gogh reclamava la sua rivincita sulla vita.
La tecnica di preparazione del colore era un vero e proprio patrimonio dell’artista e della sua bottega, una sorta di know-how aziendale dell’epoca. Le materie prime potevano essere di origine animale come nel caso della “lacca di cocciniglia”, preparata con l’estratto di un particolare insetto, di origine vegetale nel caso dei colori delle terre (la famosissima terra di Siena), oppure si poteva trattare di metalli, come il piombo, il rame, il ferro e persino il mercurio, tossico per eccellenza. Nessuna precauzione veniva assunta nel corso della preparazione e l’esposizione respiratoria alle polveri era totale, per non parlare della quantità di piombo assorbita in seguito al contatto del colore con la pelle.
Gli effetti dell’intossicazione da piombo interessano diversi apparati dell’organismo, ma quelli a carico del sistema nervoso sono particolarmente severi inducendo, tra l’altro, alterazioni della personalità con fenomeni comportamentali, irritabilità, ritardo nello sviluppo.
Numerose fonti attribuiscono a un lento e progressivo avvelenamento da piombo il comportamento violento di Caravaggio, la sua insofferenza per le regole e la nota irritabilità culminarono con l’omicidio per futili motivi di Ranuccio Tommasoni: l’artista si salvò dalla condanna a morte papale soltanto fuggendo da Roma, grazie all’aiuto del Principe Filippo I Colonna. Il comportamento del Merisi potrebbe far supporre una misconosciuta intossicazione da metallo pesante
Gli effetti della tossicità del piombo si sono manifestati e diffusi su larga scala con l’avvento dell’era industriale e dei motori, atteso che il metallo pesante era presente pressoché ovunque dalle vernici alla famigerata benzina rossa super, che l’Italia dichiarò fuori legge e tolse dal mercato il 31 dicembre 2001.
Uno studio americano di qualche anno fa ha stimato che nel 2008 il costo per il sistema sanitario statunitense per la cura di patologie connesse all’intossicazione da piombo era di pari al 3,5% di tutta la spesa sanitaria, i cui destinatari erano soprattutto i bambini con effetti devastanti e quasi sempre irreversibili.
Da allora le legislazioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sono intervenute con giusta severità, ponendo rigide norme per la sicurezza dei lavoratori addetti alla produzione con uso di composti al piombo, oltre a fissare limiti massimi del metallo nei prodotti. Nel 2016 la normativa a protezione dei bambini è divenuta ancora più vigorosa, in particolare per i giochi che possono essere messi in bocca, i quali non possono presentare percentuali di piombo superiori allo 0,05%.
Con la modernità e la diffusione dei tubetti l’arte della creazione del colore avrà perso un po’ del suo fascino, ma ne ha certamente guadagnato in salute e longeva creatività.