Un legame per la vita… cercando il Diritto Perfetto

“L’anima della madre prima compone nella matrice la figura dell’uomo e, al tempo debito, desta l’anima che di quel debbe essere l’arbitratore” (Leonardo da Vinci)

Il pensiero di Leonardo racchiude l’essenza degli studi ch’egli condusse nel cercare di spiegare la relazione tra la madre e il figlio. Secondo l’artista, sino alla nascita vi sono due esseri in un unico corpo, con un’unica anima, quella della madre mentre l’anima del bambino rimane dormiente sino al momento in cui il piccolo vedrà la luce.

L'immagina raffigura uno dei disegni di Leonardo da Vinci sugli studi anatomici

Leonardo da Vinci – Studi anatomici

Il genio fiorentino, pur essendo stato credente per tutta la vita, non accettava il dogma della Chiesa per il quale l’anima è immortale, trattandosi di puro spirito donato da Dio: inconcepibile per lo scienziato, il quale riteneva che tutto dovesse avere una dimostrazione scientifica.

Per Leonardo l’anima era un soffio vitale collocato forse alla sommità della colonna vertebrale, o in punto non definito del cranio: l’artista intuì come il cervello giochi un ruolo fondamentale nello sviluppo delle idee e delle emozioni degli esseri umani.

Il disegno rappresenta un disegno degli studi anatomici del cranio fatti da Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci – Studi anatomici

Leonardo non aveva dubbi: la madre donava al figlio il soffio vitale.

L’immagine è suggestiva e fortemente evocativa della nascita e, quindi, del momento in cui una persona viene al mondo, diventando soggetto di diritto.
Oggi si afferma che non esiste diritto senza persona e persona senza diritti: ognuno di noi ha una propria personalità giuridica acquisita con la nascita, purché il soggetto sia nato vivo, il che non è un presupposto di scarso rilievo. E’ sufficiente anche un solo istante di vita – inteso come qualsiasi manifestazione di vita propria non necessariamente il pianto – perché il neonato divenga titolare di diritti sia di natura personale, sia di carattere patrimoniale, questi ultimi trasmissibili agli eredi in caso di morte sopravvenuta.

L'immagina raffigura il dipinto Adorazione dei Pastori di Gherardo delle notti, distrutta nella strage dei Georgofili del 1993

Adorazione dei Pastori – Gherardo delle notti, distrutta nella strage dei Georgofili del 1993

Il nuovo nato acquista immediatamente i diritti della personalità, essenziali, fondamentali, innati e originari alla figura dell’uomo: trattasi del diritto alla vita, al nome, all’onore, alla libertà, solo per citarne alcuni tra quelli espressamente richiamati nella Carta Costituzionale.
Nel diritto moderno è sorta l’esigenza di predisporre tutele anche a favore del nascituro: si pensi alle norme sulla fecondazione assistita, al diritto al risarcimento del danno per perdita del genitore in conseguenza di un fatto illecito avvenuto prima della nascita.

L'immagine rappresenta il dipinto la Madonna del Magnificat - Botticelli, Galleria degli Uffizi

Madonna del Magnificat – Botticelli, Galleria degli Uffizi

Vi sono casi in cui la giurisprudenza si è spinta oltre, chiedendosi se nell’ipotesi in cui il medico omettesse di informare la madre della grave malattia genetica del feto, impedendole così di far ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza, oltre al risarcimento alla donna per lesione del diritto di autodeterminazione, debba essere risarcito anche il neonato affetto da una rara malattia. In altre parole: in questi casi esiste un diritto del concepito a nascere sano? La risposta è stata negativa: il bambino nato e affetto da una malattia non avrà diritto a un’autonoma voce di risarcimento in ragione della patologia riscontrata, poiché essa è dipesa da fattori del tutto estranei all’azione o all’omissione umana.

L'immagina raffigura il dipinto la Madonna dei Fusi di Leonardo appartenente a una collezione privata

Madonna dei Fusi – Leonardo da Vinci, Collezione privata

In caso contrario, il rischio è quello di tendere verso posizioni vicine all’eugenetica, preferendo la nascita di soggetti socialmente desiderabili invece di quelli ritenuti non perfetti.
Leonardo certamente non avrà avuto le moderne conoscenze mediche e scientifiche, ma il suo pensiero e la sua mano straordinaria hanno colto l’essenza della maternità, così meravigliosamente rappresentata nella Madonna dei Fusi, la quale con il suo gesto protettivo e lo sguardo rivolto al Bambino è la sublimazione della tenerezza di un amore senza tempo e senza confini.

 

 

Per approfondire:

C. D’Orazio “Il Leonardo Segreto” ed. Pickwick 2015, A. Trabucchi “Istituzioni di diritto Civile”, ed. 2013, G. Alpa e M. Garofoli “Manuale di Diritto Civile” ed. 2013

Un Angelo troppo bello…

Si racconta che un giovanissimo Leonardo lavorasse come apprendista presso la Bottega di Andrea Verrocchio a Firenze, quando il Maestro, intento a realizzare il “Battesimo di Cristo”, gli chiese di dipingere un angelo nell’angolo in basso a sinistra della tela: Leonardo, che già padroneggiava egregiamente la nuova tecnica della pittura a olio, realizzò un'incantevole figura, in una posizione del tutto naturale, con una bionda capigliatura fluente e lo sguardo limpido rivolto al Signore.
Il Diritto Perfetto - Vergine delle Rocce - Leonardo da Vinci

Il Vasari racconta che alla vista di cotanta bravura e bellezza “…l’Andrea mai più volle toccare i colori, sdegnatosi che il fanciullo ne sapesse più di lui…”. Il talento di Leonardo era evidente e straordinario, ma nonostante questo gli esordi non furono facili e, quando pareva avere “campo libero” a Firenze – atteso che gli artisti più anziani e quotati si erano trasferiti a Roma – fu mandato da Lorenzo il Magnifico a Milano presso la Corte del suo alleato Ludovico Sforza.
Qui entrò in società con i fratelli De Predis titolari di una loro bottega: gli artisti ricevettero una commissione da parte della Confraternita di Santa Maria della Concezione, avente ad oggetto – tra l’altro – la realizzazione da parte di Leonardo di una Madonna con Angeli e Santi.
Pare che tra le parti fosse stato sottoscritto un contratto, con la precisa descrizione della prestazione dovuta, compreso il colore delle vesti, il modo in cui i personaggi dovevano presentarsi e lo stile dell’opera.
Leonardo, per essere adempiente ai propri obblighi avrebbe dovuto attenersi alle condizioni contrattuali, ma è noto che genio e regole raramente vanno d’accordo e per l’artista i contratti erano una mera formalità.
Discostandosi clamorosamente dalle istruzioni pattuite, Leonardo realizzò un’opera straordinariamente bella, ma del tutto diversa da quella richiesta: il dipinto rappresentava un episodio che neppure compare sulla Bibbia, secondo gli storici dell’arte la fonte ispiratrice sarebbe nei Vangeli apocrifi, ovvero quelli mai approvati dalla Chiesa. Nessuno prima di allora aveva osato pensare di raffigurare una scena tratta da tali testi per una pala d’altare.
Difficile non riscontrare un inesatto adempimento della prestazione resa dall’artista, la quale – secondo la committente – andava ben oltre la “libera interpretazione” dell’episodio da rappresentare.
Oltre a questo, attraeva l’attenzione la figura dell’Angelo Uriel: la creatura divina portatrice di luce era talmente bella da essere considerata quasi inquietante, il suo sguardo magnetico, leggermente enigmatico, in modo del tutto inusuale era rivolto fuori dal quadro verso lo spettatore e quel viso era così perfetto da sembrare quello di una ragazza. Era troppo.
Prevedibilmente, committenti non furono per niente soddisfatti dell’opera e rifiutarono il pagamento concordato, offrendo una somma molto inferiore a quanto richiesto a saldo dagli artisti.
La controversia proseguì per qualche tempo, senza esiti positivi, tanto è vero che de Predis minacciò di vendere l’opera a terzi pronti a pagare un prezzo ben più alto.
Ludovico il Moro cercò di mediare tra le posizioni dei due contendenti, aprendo una vera e propria negoziazione, con tanto di “Consulenza tecnica” dell’epoca: vennero, infatti, convocati diversi esperti cosicché fossero rappresentate tutte le parti in causa; i consulenti avevano anche il potere di conciliare la lite – esattamente come accade oggi – ma non si raggiunse alcun accordo, ipotesi frequente anche questa ai giorni nostri.

Il Diritto Perfetto - Vergine delle Rocce - Leonardo da Vinci dettaglio

Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci – Dettaglio


Fu così che la Pala venne rimossa per volere degli artisti e si aprì un lungo contenzioso, che porterà Leonardo a dipingere una seconda versione della Vergine delle Rocce – oggi conservata a Londra – leggermente diversa: l’Angelo, sempre bellissimo, diventa una presenza più discreta, il suo sguardo non è più rivolto allo spettatore e anche il gioco di luce è riservato ai soli personaggi, mentre altre correzioni riguardanti il piccolo San Giovanni ne fanno una rappresentazione più accettabile per la committente, che posizionerà l’opera sull’altare della cappella dov’era destinata.
Il pagamento andò a buon fine, anche se l’attesa durò venticinque anni, in quanto gli artisti incassarono l’ultima rata del prezzo nel 1508.
La prima versione del capolavoro, esposta al Musèe du Louvre, rimane certamente quella più suggestiva e seppur siano passati più di cinquecento anni da quando la mano di Leonardo diede vita a quella meravigliosa efebica divina creatura, nessuno mai è rimasto inerte di fronte al suo languido sguardo in tralice.

Per approfondire:

“Il Leonardo segreto” di C. D’Orazio ed. Pickwick