A Parigi, nei primi del ‘900 pulsa il cuore della Belle Epoque, Giovanni Boldini diventa l’icona di quel mondo che esalta una sensuale femminilità, avvolta in sinuosi chiffon, sete trasparenti e audaci scollature; nessuno come lui sa trasportare sulla tela le immagini e le sensazioni che imboccano già la via della modernità.
Boldini fu il più celebre ritrattista dell’epoca, la sua tecnica pittorica fatta di “sciabolate di colore” era sempre alla ricerca del particolare perfetto, della bellezza sublime, sempre nel vorticare di virtuosismo unico.
Ritrasse nobildonne di mezza Europa, ma ebbe una relazione speciale con Marthe de Florian, raffinata, elegante, dalla ricca vita mondana, diventò la musa prediletta di Boldini.
Marthe viveva in un appartamento nell’ottavo arrondissement di Parigi, sulla rive droite, quartiere della borghesia, dove hanno sede l’Eliseo e il Ministero dell’Interno: ancora oggi non è chiaro a che titolo occupasse l’abitazione, anche se più fonti propendono per un rapporto di locazione, ma è certo ch’ella visse in quella casa sino alla sua morte avvenuta nel 1939. Dopo di lei, vi risiedette il figlio Henri Beaugiron, il quale a sua volta ebbe una figlia, Solange.
Scoppiò la seconda guerra mondiale, le truppe naziste invasero Parigi, il figlio di Madame de Florian con la bambina fu costretto a una fuga repentina: si chiuse alle spalle la porta di quell’appartamento che vide i fasti della Belle Epoque e trovò rifugio nel sud della Francia, senza mai più far ritorno.
Nel 2010 Solange Beaugiron moriva all’età di 91 anni: gli eredi all’atto di riordinare gli effetti personali della nonna, trovarono un contratto in virtù del quale la signora Solange si era impegnata a pagare l’affitto di un appartamento a Parigi, della cui esistenza nessuno di loro aveva contezza.
Sarebbe interessante conoscere gli aspetti legali della vicenda locatizia, in quanto generalmente alla morte del conduttore la locazione viene a cessare, trattandosi di un contratto tipicamente caratterizzato dall’intuitu personae, ovvero quel rapporto negoziale nel quale la considerazione della identità del contraente, o delle sue qualità personali, sono elementi determinanti del consenso di una delle parti.
È verosimile pensare che il figlio di Madame de Florian, dopo la morte della madre, abbia sottoscritto un nuovo contratto, oppure con il consenso del locatore sia subentrato in quello esistente.
È ipotizzabile, altresì, che il rapporto locatizio – sempre adempiuto dal conduttore con il pagamento dei canoni – si sia rinnovato negli anni e, in seguito alla morte di Henri Beaugiron, la figlia Solange sia subentrata al padre, in forza di una specifica clausola contrattuale, oppure per aver a sua volta sottoscritto un nuovo contratto.
Quello che è certo è che per quasi 70 anni gli eredi di Madame de Florian pagarono l’affitto di quell’appartamento parigino.
I nipoti di Solange – sorpresi dall’inusuale scoperta – contattarono l’esecutore testamentario nominato dalla de cuius: espletate le pratiche di successione, quest’ultimo, insieme ai parenti della defunta e alla polizia giudiziaria, si recò in quella che fu la casa di Madame de Florian.
La porta venne forzata, i presenti entrarono, rimanendo attoniti e senza parole. Era come se il tempo si fosse fermato a settant’anni prima: tutto era rimasto immobile, persino i belletti e i profumi sparsi alla rinfusa sulla toilette da signora, con un paio di spazzole d’argento. C’erano riviste, un vecchio forno a legna, un pupazzo di Micky Mouse… quando qualcosa di assolutamente meraviglioso si palesò agli occhi dei presenti.
Il ritratto di una bellissima giovane donna, di profilo, i capelli morbidamente raccolti lasciavano cadere alcune ciocche ondulate, al collo delle perle… e quell’abito da sogno in seta rosa, con maniche ricche, che lasciava le scoperte spalle.
Era Marthe de Florian a 24 anni: Giovanni Boldini l’aveva ritratta come solo lui sapeva fare, fissando lo charme di una donna (e quello di un’epoca) sulla tela, regalandole l’immortalità di quel momento di eterea assoluta bellezza.
Il mistero per cui l’appartamento rimase chiuso per settant’anni non è stato chiarito, mentre il dipinto ha sbaragliato tutte le quotazioni dei precedenti Boldini, superando i tre milioni di euro; anche l’abito in seta rosa è stato ritrovato nell’armadio, insieme a diverse lettere ordinatamente raccolte da un nastro: erano quelle che lei e il Maestro Boldini si erano scambiati nel corso degli anni… la storia di un amore, la storia di una Musa. Per sempre.